" Stavolta prendemmo il treno - di buon mattino - e arrivammo che non faceva ancora caldo. In fondo a una campagna dove gli alberi apparivano piccini tant'era immensa, sorgevano le colline di Doro: colline scure, boscose, che allungavano le loro ombre mattutine sui poggi gialli, sparsi di cascinali." (p.10)
" Mattino e pomeriggio ci passarono in tranquillo vagabondaggio, per le salite e le discese del poggio." (p.11)
" Quella prima sera andai in cerca di una stanza, e la trovai in una viuzza appartata, con la finestra che dava su un grosso ulivo contorto, cresciuto inspiegabilmente proprio nel mezzo dell'acciottolato. Tante volte in seguito, rientrando solo, mi capitò di guardarlo sovrapensiero, che è forse la cosa che meglio rivedo tutta l'estate." (p.23)
" Che cosa non sonnecchia sotto la scorza di noialtri. Bisognerebbe avere il coraggio di svegliarsi e trovare se stessi. O almeno parlarne. Si parla troppo poco a questo mondo." (p.36)
" Mi disse allora che non capiva perché la gente esaltava tanto i giovani: lui avrebbe voluto avere già trent'anni - tanto di guadagnato - erano stupidi quegli anni intermedi.
- Ma tutti gli anni sono stupidi. È una volta passati che diventano interesanti."
(p.72)
tratto da 'La spiaggia' di
Cesare Pavese
letto 6/2014
foto mawi 6/2014